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ludoso punteggiato da mandrie
di bufali e branchi di facoceri.I
laghi sono frequentati da una
ricca selezione di uccelli acquati-
ci migratori o stanziali, sulle loro
rive le antilopi d’acqua dal pelo
lungo e ispido mostrano le loro
lunghe corna a forma di lira. Le
giraffe scivolano attraverso le er-
bose colline, tra branchi di zebre
al pascolo, mentre coppie di dik-
dik dai grandi occhi sfrecciano
tra gli sterpi come fossero lepri
giganti dalle gracili zampe.
Sebbene gli elefanti siano rari
nel Parco Nazionale di Arusha ed
i leoni completamente assenti,
si possono vedere i leopardi e
le iene maculate muoversi fur-
tivamente nei dintorni in prima
mattina o nel tardo pomeriggio.
Inoltre all’alba e al tramonto si
apre il velo di nuvole verso l’oriz-
zonte orientale, facendo scopri-
re le maestose cime innevate
del Kilimangiaro, distante solo
50 km. Ma è il modesto cugino,
il Monte Meru – la quinta cima
più alta in Africa, con i suoi 4,566
metri, a dominare l’orizzonte del
parco. Con le sue cime ed i suoi
pendii orientali protetti all’inter-
Parco Nazionale di ARUSHA no del parco nazionale, il monte
Meru offre panorami ineguaglia-
Gioiello dalle molte sfaccettature, spesso dimenticato dai turisti nono- bili del suo famoso vicino costituendo anche una rinomata destinazio-
stante la possibilità di poter esplorare in poche ore una grande diversità ne per le escursioni in piena regola.
di incantevoli habitat. L’ingresso del parco si apre su una foresta monta- Cosa fare Passeggiate nella foresta, picnic in varie zone; È possibile sca-
na abitata dalle curiose scimmie blu e dai coloratissimi turaco e trogo- lare il monte Meru in 3 o 4 giorni – una buona maniera per allenarsi
ni – l’unico posto del circuito settentrionale dei safari dove è possibile per il Kilimangiaro. Quando andare Da giugno a febbraio per scalare il
vedere facilmente l’acrobatica scimmia colobo bianconera. Nel mezzo monte Meru, ma in novembre può piovere. Da dicembre a febbraio la
della foresta si trova lo spettacolare Cratere Ngurdoto, un terreno pa- vista sul Kilimangiaro è eccellente.
Parco Nazionale del Monte KILIMANGIARO
Kilimangiaro. Il nome stesso è un mistero velato da nuvole. La popola- e lichene, è totalmente privo di esseri viventi. Poi, fi nalmente, l’ultimo
zione locale, i Wachagga, non ha neanche un nome per l’intero massic- residuo di vegetazione lascia il posto ad un incanto invernale di neve e
cio, solo il nome Kipoo (ora conosciuto come Kibo) usato per la famosa ghiaccio e alla magnifica bellezza del tetto del continente.
cima innevata che si erge imperiosamente fino a diventare la sommità Cosa fare Ci sono sei percorsi molto praticati che arrivano fi no alla
ed il nume tutelare del continente. Kilimangiaro, qualsiasi cosa voglia vetta e altri percorsi più difficili adatti a scalatori più esperti. Quando
dire il suo nome, è una metafora per l’irresistibile bellezza dell’Africa andare Temperature più calde e visibilità massima da dicembre a feb-
Orientale. Quando lo vedrete capirete perché. Non solo è la cima più braio. Clima più secco (ma anche più freddo) da luglio a settembre.
alta del continente africano, ma è anche la montagna isolata più alta
del mondo, ergendosi in straordinario isolamento da una pianura step- Parco Nazionale del Lago MANYARA
posa sui 900 metri sul livello del mare, fino ad arrivare ad una maestosa
altezza di 5895 metri. Il Kilimangiaro è una delle alte vette più facilmen- Il lago Manyara è una gemma del paesaggio africano. Si allunga alla
te accessibili al mondo, un richiamo per turisti di tutto il mondo. La base della scarpata color oro rugginoso alta 600 metri della Rift Val-
maggior parte degli scalatori arriva al bordo del cratere muniti di poco ley, un paesaggio definito da Ernest Hemingway come “il più bello che
più di un bastone, abbigliamento adatto e determinazione. E quelli ho visto in Africa”. Il circuito di osservazione degli animali a Manyara
che raggiungono la Punta Uhuru, la vetta vera e propria, o la Punta di è compatto ma mostra un microcosmo virtuale dell’esperienza di un
Gillman sull’orlo del cratere, avranno ben meritato il loro certifi cato di safari in Tanzania. Dall’ingresso principale la strada percorre una distesa
scalatori. Ed anche i loro ricordi. Ma il Kilimangiaro è molto di più che di giungla lussureggiante dove gruppi di centinaia di babbuini poltri-
la sua vetta. L’ascensione sui suoi pendii è un tour virtuale dei climi del scono con noncuranza al lato della carreggiata, scimmie blu scorazza-
mondo, dai tropici all’Artico. Ancor prima di oltrepassare il confi ne del no agilmente tra gli antichi alberi di mogano, delicati tragelafi striati
parco nazionale (a quota 2700), i terreni coltivati lasciano il posto a una (antilopi di foresta) camminano prudentemente tra le ombre, mentre
lussureggiante foresta montana abitata da sfuggevoli elefanti, leopar- i bucorvi della foresta strombazzano rumorosamente tra i rami degli
di, bufali, le minacciate antilopi di Abbot e altre piccoli antilopi e prima- alberi. In netto contrasto con l’intimità della foresta, l’erbosa pianura
ti. Ancora più in alto c’é la zona delle brughiere, ricoperte da eriche gi- alluvionale da dove, guardando verso est attraverso il lago alcalino, si
ganti e punteggiate da altrettanto giganti lobelie che sembrano venire gode di una vista eccezionale delle frastagliate cime vulcaniche che si
da un altro mondo. Sopra i 4000 si trova un surreale deserto alpino che, ergono dalle infi nite steppe Masai. Grossi esemplari di bufalo, gnu e
ad eccezione di qualche ro- branchi di zebre si ammassano su queste pianure erbose, così come
busto muschio le giraffe, alcune delle quali hanno un colore così scuro da
apparire quasi nero da una certa distanza. Verso l’in-
terno delle pianure alluvionali troviamo una
stretta cintura di foreste di acacia, habi-
tat preferito dei leggendari leoni ar-
boricoli del Manyara e di elefanti