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corona con l’interno del cratere; il percorso richiede circa 30 minuti in   savana occupa la zona più interna del cratere, alternandosi a tratti di
                     fuoristrada. Il cratere appartiene all’area più estesa (circa 8300 chilome-  palude, macchie di acacia e zone aride semi-desertiche; al centro del
                     tri quadrati) della (Ngorongoro Conservation Area, o NCA). La NCA viene   cratere si trova un lago. Nel cratere la concentrazione di fauna è impres-
                     amministrata dalla Ngorongoro Conservation Area Authority, che è un   sionante: si calcola che sia abitato da oltre 25000 animali di grossa taglia.
                     organismo indipendente dal sistema dei parchi nazionali della Tanzania   L’immagine più tipica è probabilmente quella degli enormi branchi di
                     e amministra l’area in modo diverso; per esempio, all’interno dell’NCA la   zebre e gnu, ma nel cratere abita la gran parte delle specie tipiche della
                     popolazione dei Masai può vivere e spostarsi liberamente (cosa che non   savana: elefanti, leoni, bufali, iene, sciacalli, ippopotami, babbuini, non-
                     avviene in nessun altro parco della Tanzania). Oltre al cratere omonimo,   ché alcune piuttosto rare come i rinoceronti bianchi, ultimi superstiti di
                     la riserva di Ngorongoro include due altri crateri di dimensioni minori,   una specie che nel resto della Tanzania è minacciata dall’estinzione, e i
                     Olmoti ed Empakaai, nonché l’importantissimo sito archeologico delle   leopardi, che vivono sugli alberi della foresta pluviale che ricopre i pen-
                     Gole dell’Olduvai, conosciute come “culla dell’umanità”. Qui vennero rin-  dii del cratere. Innumerevoli le specie di uccelli attratte dalla riserva, che
                     venuti resti di uomini primitivi risalenti a circa 1.75 milioni di anni fa e   con i suoi numerosi specchi d’acqua costituisce un richiamo per la fauna
                     svariati fossili di animali risalenti all’età della pietra.  migratrice: tra essi meritano una segnalazione particolare i fenicotteri,
                     Grazie alla buona piovosità, agli stagni e ai piccoli laghi e torrenti interni,   che qui costituiscono una delle colonie più numerose di tutta l’Africa.

                     alla nebbia notturna che circonda e alimenta le foreste dei pendii del   Assenti le giraffe e gli impala. Le locali tribù masai hanno il diritto di pa-
                     vecchio vulcano, la zona è divenuta un vero e proprio ecosistema. La   scolo in questa zona e può capitare di incontrarle con il loro bestiame.








































                     Parco Nazionale del Torrente GOMBE
                     Un grido eccitato sorge dalla densa foresta, raff orzato immediatamente   le celebrità, i potenti ed i personaggi trainanti. Guardando negli occhi
                     da una dozzina di altre voci, ritmo e tonalità fi no ad un culminare fre-  uno scimpanzè forse percepirete un attimo di intesa, riceverete in cam-
                     netico di grida stridule. È il famoso richiamo “pant-hoot” (letteralmente   bio uno sguardo inquisitivo che sembra volervi far capire che gli stretti


                     “respiro affannoso-grido”): un rituale affettivo che permette ai parte-  legami fra le due specie sono stati riconosciuti. Gli altri famosi abitanti
                     cipanti di identificarsi a vicenda grazie alle particolarità delle singole   di Gombe sono sempre dei primati. Un gruppo di babbuini olivastri del-

                     voci. Per l’orecchio umano, camminando attraverso le antiche foreste   la spiaggia, sotto studio dagli anni 60, è eccezionalmente abituato alla
                     del Torrente Gombe, questa elettrizzante esplosione sonora è premo-  presenza umana, mentre i colobi rossi, spesso preda degli scimpanzè
                     nitrice dell’imminente contatto visivo con il parente più stretto del ge-  ed i colobi a coda rossa preferiscono restare tra i rami degli alberi. Le
                     nere umano: lo scimpanzè. Gombe è il parco più piccolo della Tanzania:   circa 200 specie di uccelli del parco vanno dall’emblematica aquila pe-


                     una fragile striscia, abitata da scimpanzè, a cavallo dei pendii scoscesi   scatrice, fino al raffi  nato amaranto fiammante che si vede facilmente vi-

                     e delle valli fluviali che circondano la riva sabbiosa settentrionale del   cino al centro di accoglienza del parco. Dopo il tramonto, l’abbagliante
                     lago Tanganika. Gli scimpanzè del parco – abituati alla presenza uma-  cielo notturno è accompagnato dalle lanterne di centinaia di barchette
                     na – sono stati resi famosi dal lavoro pionieristico di Jane Goodal, che   di legno che ondeggiano sul lago come una vasta città.
                     nel 1960 ha fondato un programma di ricerca etologico che è lo studio   Cosa fare: Osservazione degli scimpanzè, passeggiate, bagni nel lago/
                     più lungo al mondo del suo genere. La matriarca Fifi , che è l’ultima   snorkelling; visita al luogo dove Henry Stanley pronunciò la famosa

                     superstite della comunità originaria di scimpanzè e che aveva appena   frase “Il Dottor Livingstone presumo?”, Udjiji vicino a Kigoma, dove è
                     3 anni quando la Goodall arrivò a Gombe, viene avvistata regolarmente   possibile anche assistere alla costruzione dei dhow, le tradizionali im-
                     dai turisti. Gli scimpanzè condividono circa il 98% dei loro geni con gli   barcazioni africane. Quando andare: Gli scimpanzè non si spostano
                     umani e non c’è bisogno di una conoscenza scientifica per distinguere   molto durante la stagione umida (da febbraio a giugno e da novembre

                     i loro repertori individuali di singulti, richiami e grida che defi niscono   a metà dicembre)
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